Il panorama dei problemi correlati all’uso
delle sostanze psico-attive, siano esse legali o illegali, è
molto più ampio di quanto si è soliti immaginare e considerare.
Questo panorama è così complesso che possiamo ritenere che tutti
noi, tutte le nostre famiglie e le nostre comunità siano toccate in modo
diretto o indiretto dal problema e dalle sue conseguenze: pensiamo ad esempio
agli incidenti stradali e all’emergere di problemi correlati al gioco
d’azzardo, all’uso di sostanze dopanti, alla dipendenza da
psicofarmaci, da shopping compulsivo, da computer, da internet,
nonché dalle dipendenze ancor più complesse che da queste prime
derivano (si pensi solo al gioco d’azzardo online).
Questo modo di vedere le cose, più ampio e
complesso, è maturato di pari passo con le trasformazioni della prassi
clinica alle quali le persone, i professionisti e le organizzazioni più
attente sono state stimolate in questi anni per mantenere il passo con le
osservazioni, l’esperienza e con il confronto costante con
l’evoluzione dei fenomeni osservati.
In sintesi, i principi sopra esposti rimandano ad una visione
ecologico-sociale sia nella lettura dei problemi che nelle prospettive
cliniche ed organizzative conseguenti.
Riteniamo infatti che oggi il ruolo del “professionista” vada
inteso più come attivatore di risorse e percorsi che come semplice fornitore di risposte:
un “motore di ricerca”
che sappia individuare il percorso più adatto, sfruttando e
conoscendo al meglio tutte le risorse e le informazioni della
“rete”.
Quando
queste risorse territoriali non siano ancora sufficientemente sviluppate, il “professionista”
deve attivarsi per promuoverne lo sviluppo e la conoscenza anche per
mezzo dello scambio di esperienze con altre regioni o nazioni alla ricerca continua di migliori standard di
qualità sia economici, sia clinici (sostenibilità,
accessibilità, efficacia).
3) Favorire un dibattito e un approfondimento sui contratti vincolanti di cura. A tal proposito ci chiediamo se sia ancora possibile assumersi “responsabilità educative”, di chi sia il compito e se esista ancora una società educante.
4) Ci interroghiamo ancora se disintossicarsi sia possibile, quali risorse e quali proposte offre il sistema e se queste siano sufficienti. Ritenendo che molto debba essere fatto in tale direzione, verrà proposto un confronto con significative realtà nazionali ed internazionali.
5) Promuovere e favorire una corretta e costante informazione e sensibilizzazione nell’area delle dipendenze per un recupero di una società educante. È pertanto necessario richiamare tutta la nostra società al recupero di un senso etico ed educativo globale
6) Promuovere iniziative specifiche di formazione rivolte sia alle diverse aree professionali che alla cittadinanza attiva. Pensiamo infatti che tali iniziative debbano vedere coinvolti in modo congiunto ambedue questi settori per evitare visioni monotematiche e settoriali.
7) Due settori rivestono particolare importanza strategica: il settore della sicurezza alla guida e quella sui luoghi di lavoro. È necessario stimolare Enti ed Istituzioni a sviluppare interventi, non solo di controllo, ma anche di informazione corretta e sensibilizzazione costante, nonché promuovere un confronto con altre esperienze italiane ed internazionali su questi temi, anche con l’organizzazione di seminari, convegni e l’acquisizione di materiale informativo e divulgativo idoneo.
TEMPI DEL PROGRAMMA*:
(*intesi come calendario di massima)